Ecco un breve elenco di quello che potrete trovare in questo sito:
L'architettura egea

  1. L'architettura sull'isola di Creta
·      L’acropoli di Micene (la porta dei leoni e le tomba di Atreo)

3. Il periodo di formazione (dalle invasioni al primo tempio)

4. I templi arcaici
·      Atene pisistratica

·      Il tempio di Artemide ad Efeso (o Artemision di Efeso)
·      Il tempio di Apollo a Didima (o Didimaion di Mileto)
·      Il quarto tempio di Era a Samo (o Heraion IV)

5. L’età classica
·      Atene Periclea
·      Il Partenone
·      I Propilei
·      L’Eretteo

6. I templi dopo l’acropoli verso l’ellenismo

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L'Eretteo


La costruzione di questo edificio viene iniziata proprio allo scoppio della guerra del Peloponneso, intorno al 430 a.C. e terminato intorno al 409-406 a.C., quindi per Atene iniziò un periodo piuttosto difficile perché non può disporre di grandi risorse in quanto deve allestire l'armamento per combattere contro Sparta; ciò nonostante (anche perché l’Eretteo e il tempio di Atena Nike erano finanziati da famiglie aristocratiche) i lavori non furono interrotti. La pianta dimostra l'importanza del sito sul quale sorge l'edificio, perché l'area occupata era quella dell'antico palazzo miceneo e accanto c'era il vecchio tempio di Atena Poliade di Pisistrato (distrutto dai persiani), quindi un luogo antico quanto la fondazione di Atene.
 L’edificio è differente da tutti quelli che abbiamo finora studiato infatti presenta una pianta molto particolare che ricorda la suddivisione delle celle interne o la presenza di diverse celle come abbiamo visto a Corionto e nel tempio di Atena Poliade; quindi è evidente nella scelta dell'impianto un ritorno all'edificio ormai distrutto (le due piante non sono uguali ma si somigliano), appare quindi evidente in questa scelta una sorta di ritorno a tempi più antichi ed a un periodo di Pisistrato che era da preferire a quello di Pericle. Questo impianto particolare stupisce ancora di più perché non corrisponde ad alcun criterio di simmetria, infatti abbiamo un corpo centrale al quale si affiancano altri edifici che vivono tutti di una vita autonoma, uno a nord (chiamato portico settentrionale) e uno a sud (che è il portico delle cariatidi). Questi tre edifici sono gli uni diversi dagli altri perché hanno un'altezza diversa (in ordine di altezza troviamo il corpo centrale, poi il portico settentrionale ed infine la loggia delle cariatidi), una copertura diversa (il corpo centrale ha una copertura a doppia falda, il portico settentrionale ha una copertura a padiglione (?) e la loggia delle cariatidi una copertura piatta). La ragione concreta di questa difformità si deve ricercare nella mitologia che riguarda la città di Atene, poiché questo è il luogo dove abitavano gli antichi re di Atene, i quali poi erano stati mitizzati al punto di essere paragonabili a delle divinità. Attraverso questo impianto molto articolato si cerca di trovare una struttura che possa essere considerato come una sorta di Pantheon di tutte queste divinità; infatti ognuno degli ambienti che compongono la costruzione è dedicato a una di queste divinità (come Eretteo e Teseo). Oltre a questo vengono dedicati degli spazi alla storia della fondazione della città, per esempio il mito della contesa tra Posidone e Atena per il possesso della città, quest'ultima dona un albero di ulivo presente nella costruzione insieme al tridente lanciato da Poseidone. Inoltre nell’area erano riunite le vicende di Cecopre, Pandroso, Erittorio, eccetera.
 Uno dei grandi problemi del progetto era il dislivello del terreno, che viene superato attraverso una scalinata che collega il portico settentrionale con la facciata principale dell'edificio, la quale si presenta in forme ioniche, però la realizzazione di quest'ordine ionico è ben lontane dalle carenze evidenziate nel progetto precedente, infatti l'ordine è un esempio di grandissima raffinezza ed emula direttamente l’Aretemision di Efeso e anzi per alcuni particolari lo supera; in particolare la base attica (come quella del tempio di Atena Nike), che però si differenzia per in quanto le proporzioni e l’esecuzione sono più raffinate, infatti il toro non è liscio ma è scolpito e scanalato; il fusto della colonna è molto più slanciato con una proporzione di 1:9,2; il capitello appare perfettamente organico, cioè le volute si attorcigliano coerentemente nell’echino sottostante formando un tutt'uno; inoltre appare, sotto il capitello, l’anthemion (una fascia decorativa) inoltre tutti gli interstizi sono riempiti di vetro colorato, l’interno delle volute di bronzo (in modo da brillare alla luce del sole) ed è pieno di astragali.
 Il portico settentrionale non si discosta da quello orientale, tranne per quello che riguarda la base, dove il toro è decorato con un motivo treccia; mentre il tetto è una copia del vestibolo occidentale dei propilei, anche qui viene costruito un tetto con una luce di 50 cm più grande del portico occidentale e con grandi travi di marmo che poggiano sul un lato libero.
Per quello che riguarda il portico delle Cariatidi in questo caso viene utilizzato un fregio tipico dell'area ionica, ovvero un fregio a dentelli, per non gravare troppo sulla testa delle cariatidi.

Il tempio di Atena Nike



Alla morte di Pericle, ma anche prima che morisse, il suo potere era leggermente diminuito e alla sua morte i suoi avversari, in particolare sacerdoti del tempio di Artemide Brauronia, poterono realizzare l'opera a cui tenevano molto, ovvero la costruzione di un tempio dedicato ad Atena Nike. Il progetto della costruzione del tempio non nasce nel 530 a.C., quando viene iniziato, ma è un progetto molto più antico tanto è vero che il progettista era Callicrate; questo primo progetto prevede un tempio anfiprostilo tetrastilo molto allungato, che avrebbe dovuto occupare interamente il bastione (prima che venissero costruiti i propilei). Quando Pericle prende il potere i sacerdoti decidono di costruire un tempio in un altro luogo all'esterno dell'Acropoli lungo il fiume Ilisso, di questo tempio non è rimasto niente perché è andato distrutto (conosciamo la sua struttura grazie ai disegni fatti prima della sua distruzione). Quando poi i sacerdoti hanno la possibilità di costruire il tempio nella posizione che preferivano (in cima al bastione) la situazione è cambiata perché parte dell'area è adesso occupata dai propilei; questo impediva la realizzazione di un progetto monumentale così come lo avevano pensato originariamente i sacerdoti; per questo il primitivo impianto si accorcia, si elimina il pronao di ingresso e si costruisce solo la cella, si riduce il progetto ad una sorta di ambiente quadrangolare (la cella misura 4,14 x 3,78 m) e si cerca di dargli importanza realizzando tempio tetrastilo anfiprostilo che dia l'impressione di un tempio più grandioso di quanto in realtà non sia (si ha la sensazione di un tempio periptero che in realtà non è); inoltre la parete d’ingresso è completamente diaframmata in modo che chi fosse in quest’area potesse vedere direttamente il simulacro. I modi architettonici dell'oriente forse trassero impulso dai tesori di Cnidi e Sifni del santuario di Delfi (lo testimonia il fregio continuo).
La veste architettonica e la presenza dell'ordine ionico (sia colonna che architrave, ma senza dentellatura ma con un nastro decorativo) all'esterno compensano le piccole dimensioni del tempio, grazie anche alla notevole veste decorativa; tuttavia le modanature sono più rigide e parche, rispetto agli esempi orientali.
Con il tempio di Atena Nike si assiste all’apparizione ufficiale dell’ordine ionico dell’Acropoli, inaugurando l’architettura ionico-attica, con una nuova base che risulta essere tripartita, anziché bipartita (inoltre questa ripartizione si trasmette anche sulle pareti laterali). Tuttavia dal punto di vista formale, in questo primo esempio, ci sono delle ingenuità ben lontane dalla coerenza di linguaggio attuati nei templi ionici, in quanto le volute non sono elastiche e fluide (come nei propilei) e le parti non sono perfettamente amalgamati tra di loro; da notare la creazione di un nuovo tipo di base, ovvero la base attica, mai apparsa nel mondo ionico. Infine colonne, pareti e gradini sono inclinati verso l'interno mentre non è rimasta traccia dei frontoni.

Il tempio di Atena Alea a Tegea e di Zeus a Nemea


Con Tegea e Nemea inizia il processo di decadimento che è contrassegnato da un atteggiamento manieristico in quanto gli architetti di queste opere hanno d’innanzi esempi altissimi, però ci sono circa 50 anni di differenza, in quanto a Tegea la costruzione del tempio viene iniziata nel 350 a.C., e in questo periodo si assiste a una sorta di imitazione di queste architetture considerate irraggiungibili dal punto di vista degli esiti figurali, si tratta di citazioni piuttosto che di imitazioni senza capire le ragioni che hanno determinato queste formule specifiche (si tratta di forme copiate prive della vitalità determinata dai contrasti). Il tempio di Atena Alea è un periptero di 6x14 colonne e presenta tutta una serie di richiami con i suoi grandi portici frontali (presi da Basse) e l’edificio ripete dal punto di vista dell’impianto quasi tutte le parti vista e Basse, tante vero che si pena che Scopas (il progettista) si sia troppo ispirato. L’atteggiamento manieristico si nota nella distribuzione e nella concezione dello spazio della cella, la pianta dimostra come le colonne siano addossate direttamente alla parete (infatti la parete risulta modulata da una serie di semicolonne a due piani, questo è uno di quegli elementi manieristici perché l’occhio greco è abituato a vedere lo spazio tra le colonne) e come se si volesse imitare il doppio ordine creato nei templi arcaici però cambiando l’ordine di riferimento, prima ordine dorico adesso corinzio e poi ionico, anche la sovrapposizione degli ordini è abbastanza spregiudicata per mettere in discussione il sistema. Si tratta di una disgregazione ottenuta attraverso elementi ottici eliminando la compattezza dell’ordine.

 Questo attacco matura nel santuario di Zeus a Nemea un periptero di 6x12 colonne, anche qui il rimando a Basse e a Tegea è evidente per quanto riguarda l’impianto planimetrico, lo stesso nell’alzato (per ottenere l’effetto di disgregazione ottica con colonne sottili e trabeazione bassa); l’altro elemento che ancora segna un allontanamento è la mancanzadell’opistodomo negando la regola di creare una perfetta corrispondenza tra le due estremità dell’edificio, che segna in maniera definitiva il rifiuto di questo ordine. le colonne sono ancora più snelle e la trabeazione più sottile (1:4)
Dopo questo in Grecia non si realizza quasi più niente fino all’età romana (l’unica cosa che si inizia a costruire è il tempio di Zeus Olimpeion a Atene ma viene finito in età romana).

Temio di Apollo Epicureo a Basse


Progettista di questo tempio è il famoso Ictino e si realizzò tra il 420 e il 400 a.C., rappresenta per certi versi il tramonto dello stesso ordine dorico e l'inizio di quel processo di decadimento che matura a Tegea e Nemea. Innanzitutto il tempio è realizzato con una pietra scura con la presenza del bianco del marmo che in genere riveste le metope, il tetto e le parti scultoree del frontone; ha una forma allungata (tipicamente arcaico) perché c'è questo desiderio da parte dei sacerdoti di imitare il tempio di Apollo a Delfi che è di età arcaica, l’alzato invece dimostra come il tempio sia di età classica. 
 Il rapporto tra le colonne è di 1:2,5 con 6 colonne sul lato corto e 15 sui lati lunghi, inoltre si nota una differenza tra gli interassi tra i fronti e i lati, infine vi è presente un'anomalia sull'orientamento in quanto il frontone principale è rivolto verso nord (per motivi di spazio) . A questo impianto arcaico sono legati alcuni elementi che abbiamo visto recentemente sia nel Teseion che a Capo sunio, in particolare la grande profondità dei portici d'ingresso e dell’opistodomo, anche in questo caso sono larghi due interassi, però rispetto agli esempi precedenti questo contrasto frontale con i corridoi laterali è accentuato dall'uso del materiale, il primo con cassettoni marmorei e il secondo con cassettoni in calcare.
Anche dal punto di vista dell'alzato le parti architettoniche sono più vicine a quelle già viste dei due esempi del Teseion e di Sunio, cioè quello che colpisce di questo edificio è che si costruisce un alzato classico su una struttura arcaica, infatti le colonne sono slanciate (come a capo sunio) e la trabeazione è bassa (rapporto di 1:3).
 L’interno invece ricorda indirettamente soluzioni già vista soprattutto per quello che riguarda la distribuzione delle colonne ioniche interne e sono disposte seguendo un giro che forma una specie di peristasi che ricorda il Theseion anche nelle sue incongruenze, perché le colonne sono attaccate ai muri grazie a una sorta di sperone che emerge dalla parete stessa (creando delle nicchie tra le colonne). Inoltre sopra le colonne è anche presente una trabeazione (che la avvicina a una peristasi esterna) con architrave, fregio scolpito e cornice; inoltre la base delle colonne è molto espansa e il capitello con le sue volute abbracciano il muro, creando un accostamento antitetico, che lo si riscontra anche nella presenza nelle tre ultime colonne del lato corto con la presenza di capitelli corinzi. Si crea quindi una sorta di parete trasparente che lascia intravedere un altro ambiente dietro le colonne che si chiama adyton, dove era collocata la statua del dio Apollo nell’angolo a destra; questa posizione particolare era legata alla presenza di un ingresso ad est, perché attraverso la porta la luce solare a mezzogiorno colpisce la statua.
Il “muro” che separa l’adyton dal resto della cella ricorda un po’ i rituali visti ad Eleuisi; tra questa autonomia si inserisce anche un altro tema che comincia a legare l’ambiente dell’adyton con l’ambiente circostante, perché osservando dall’esterno la porta vengono inquadrate le colonne, creando una sorta di tempietto in antis autonomo rispetto a tutto il resto (accentando la sacralità del luogo), orientato verso il monte sacro ad Apollo (quindi vive ancora il legame tra architettura e paesaggio).
Questa pianta, se osservata nel dettaglio, presenta alcuni elementi particolari, infatti sono state ritrovate una serie di metope che erano in numero superiore a quelle che il tempio poteva contenere, per questo si è pensato che il tempio potesse avere una disposizione diversa, cioè che prima era formato da un unico ambiente e che poi, dovendo creare un adyton il progetto viene ampliato con la creazione di questo spazio che si ottiene eseguendo un “slittamento” in avanti (in pratica in origine il tempio finiva dove c’è lo sperone a 45° poi viene ampliato con l’adyton); questo cambiamento è confermato dal fatto che mentre prima il fregio correva lungo tutto il rettangolo ora in questa nuova soluzione corre solo nel rettangolo interno (questo spiega le lastre in esubero).
Infine particolare è il tetto dove le parti sono quelle tradizionali ma sono saldate tra loro, infatti la zona in cui sorge il tempio è una zona molto ventosa.